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  — E mia madre? Ahi trista! solo
  Vive al pianto i pigri dì.
  Ancor io fui madre; e duolo
  104Pari al mio chi mai soffrì?
  — E ai fratelli, anzi miei figli,
  Chi più il pan dividerà?
  Quel Signor che veste i gigli
  108L’orfanel non lascerà.
  — Spunterà mai giorno lieto?
  Riederà la gioja al cor?
  Non si sale all’Oliveto
  112Che pel calle del dolor.

  A te s’alzarono
  Concordi i voti;
  Concordi or sorgono
  116Gl’inni devoti,
  O madre, figlia,
  Sposa all’Eterno,
  Che a pro del passero
  120Mitiga il verno.
  Me la tua grazia
  Salvò; ma quanti
  Ancor nel carcere
  124Gemono in pianti!
  Quante t’innalzano
  Voci dogliose
  E suore italiche,
  128E madri e spose!
  Ti piaccia accogliere
  Fausta que’ lai,
  E poni un termine
  132Ai fieri guai.
  Apri ai lor miseri
  L’orrenda stanza:
  Rendi alla patria
  136Tanta speranza:
  Di quei che soffrono
  Tempra il martire,
  O madre, e mitiga
  140Chi fa soffrire.

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