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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Novelle lombarde.djvu{{padleft:187|3|0]]— Oh, se ella cerca dove alloggiar bene, nol troverà certo fra queste povere casipole: ma se s’accontenta di stare come si può, ognuno si farà premura di darle posto.

— Voi stessa forse avreste ove collocarmi? oltre il pagamento, ve ne avrei molta obbligazione.

— Se ella se ne soddisfa, io posso darle un letto, che qui forse non troverà altrove, e una scodella di latte.

— È fin troppo, buona amica; e già ve ne ringrazio.

Giunti lassù, poichè m’ebbe insegnata la casa sua, casetta a uscio e tetto, io temporeggiai quel po’ che il giorno aveva ancora di vivo spasseggiando così alquanto fra gli sparsi casolari; visitando, sul declive orientale, la Madonna della Corna Bugia, santuario posto entro una grotta naturale; guardando gli armenti che riducevansi al pecorile, ed ascoltando quella buona gente, che faceva sera intenta a mungere, a sfiorar il latte, a rappigliarlo nella zangola.

I fanciulli mi si facevano intorno, come a cosa rara che quivi è un viandante; i loro parenti, colla sommessa e non vile umiltà del montanaro, m’offrivano se volessi restar servito della polenta, de’ giunchi di latte e di un saccone ove dormire sul fieno.

A bujo, tornai dalla ospite mia. Non poteva ella passare i quarant’anni, o doveva essere stata bella; ma sul volto avea diffusa una benigna melanconia che attraeva. Cortesissima la mi accolse al ritorno, e poichè, in quell’altezza, la sera aveva non poco raffreddato l’aria, m’accostò un trespolo al fuoco,

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