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AGNESE

o

LA VEGLIA DI STALLA


Quando gennajo copre di nevi o di brine le campagne, e tutto ringhiaccia alla buffa del tramontano, e sugli ispidi stecchi degli alberi non si fa intendere più che lo stormire dei passeri a folate e il crocitare dei corvi, sogliono i contadini temperar lo stridore della stagione facendo crocchio nelle stalle; e a quel tepore animale lavorando, discorrendo, pregando, dispensare i giorni melanconici e le interminabili serate. Le vecchie già vi si sono crogiolate, non appena al mezzodì si furono refiziate col povero desinare; e poichè alquanto ebbero adoperato la striglia contro il tale e il quale, volentieri si rifanno sui casi di loro gioventù, quando, a sentirle, il mondo camminava così diritto, così allegro, così onesto; rammemorano le persone con cui vissero, o che ora da un pezzo dormono tra i più; e come predicava il curato, antecessore dell’antecessore del presente; e come l’andava innanzi che capitasse il Buonaparte; e del tempo

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