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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Novelle lombarde.djvu{{padleft:57|3|0]]— Conosco i miei doveri, nè occorre che altri venga a dar il tono in casa mia». Poi tornatosi ai cacciatori che esitavano. — Su via (intimò): a chi dico: obbedite».

La Brigita ascondeva la faccia in seno alla dama, gridando: — No, no, per carità.... per amor della Madonna.... mi ajuti: pregherò il Signore per lei tutti i giorni.... Poverina me! La mi ajuti, o piuttosto mi ammazzi». Cipriano, assediato nel suo asilo, non poteva che gridare, — La salvi, la salvi». — Salvala», diceva pure donn’Emilia, volgendosi al marito, bagnata di lagrime e resa più bella dalla pietà. Il Sirtori girò la briglia e, spinto il cavallo fra la donna e i rapitori, vibrando contro questi lo spuntone da caccia, intimò — Indietro».

Chi ha visto come il fuoco divampi al gettarvi dello spirito, pensi che altrettanto avvenisse di don Alfonso a quell’atto. L’odio represso fin là sotto la maschera della cortesia, ruppe nella collera più furibonda, e — Che?» gridava con parole ammezzate dal singhiozzo dell’ira. «Chi è tanto audace da frammischiarsi nella mia giurisdizione? Sono miei vassalli; hanno violato le mie leggi; chi si oppone è sleale al re. Indietro».

E difilatosi contro don Alessandro, gli pose la mano alla briglia del cavallo. Per quanto gravissimo fosse questo affronto secondo le idee d’allora, per quanto un cavaliero fosse dilicato nel punto d’onore ed anelasse l’occasione di mostrar valore ed ostentare maestria nel maneggio dell’armi, studio quasi unico de’ nobili, pure la differenza di età, la situazione, l’ospitalità che ne riceveva contennero don Alessandro, che quanto più seppe pacato gli

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