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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Novelle lombarde.djvu{{padleft:89|3|0]]leggiatura l’anno seguente, volle nel giorno stesso ritornare al bosco. I paesani, che n’avevano avuto sentore, trassero colà in folla, ricordevoli di quell’avvenimento e di quel rinfresco. Come discesero laggiù, la Brigita comparve innanzi ai signori tutta rimpulizzita: un fitto giro d’agoni d’argento attorno alla nuca, due grandi orecchini d’oro, una pettorina rossa impuntita di turchino, il vistoso bustino di broccato a fiori, tutto trinato a gale di nastri, due candide lattughe ove al gomito finivano le maniche un grembiule di mussola bianca nuovo di bottega, sopra una gonnella color di cielo, terminata in balza a gonfietti. Nel vederla così in fiocchi, — Oh, oh! che novità c’è, Brigita (chiese donn’Emilia). Tu sembri uscita da uno scatolino.»
La fanciulla fece ancor più vivo l’incarnato delle guancie, e con garbo contadinesco presentandole una manciata di confetti, — Illustrissima, son di nozze.»
— Oggi (entrava a dire il curato) oggi l’ho detta in chiesa la seconda volta, e questo qua è il suo fidanzato.»
E additava un pezzo di giovinetto, vestito anche egli tutto nuovo d’impianto, con una cintura rossa in vita, e che, traendosi di capo la reticella, da cui spenzolava una gran nappa bianca e rossa, fece una strisciata di piedi, e non sapeva rispondere se non — Grazie» ai mi rallegro di quei signori.
Gli era quel tal giardiniere del padrone della filanda, che, se vi ricorda, aveva anni fa, regalato alla Brigina, quel magliuolo di vite, pel cui guasto era avvenuto il lepricidio. — E anch’io (soggiungeva Cipriano) ci ho anch’io un poco di merito alle