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LA MADONNA D’IMBEVERA


L’esame dei luoghi e alcuni storici riscontri convincono che, sedici o diciotto secoli fa, quel tratto della Brianza che chiamasi il Pian d’Erba e le bassure circostanti erano occupate da un lago, chiamato l’Eupili, il quale, alimentato dagli scoli delle montagne, per la Valmadrera doveva comunicare con quello di Lecco e coll’Adda; e versavasi pel Lambro, di cui basta osservare il letto per accertarsi come un tempo corresse più ricco di acque. A foggia d’isole o penisole qui e qua sporgevansi in asciutto alcuni dossi, sui quali erano fabbricati villaggi e casali, i cui abitatori campavano pescando nei luoghi, dove i loro discendenti oggi fendono colla marra le gratissime glebe.

Quando e come questo lago sparisse, mal si potrebbe dire; nè qual violenta crisi abbia sollevato il suolo così, da interromperne la comunicazione con quello di Lecco, e sprofondatolo in alcune parti per modo che, ivi raccogliendosi le acque dapprima diffuse, venissero a formarsi i laghetti di Pusiano, di Annone, di Alserio, lasciando in secco il restante.

    Cantù. Novelle lomb. 1

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