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102 | novella lviii. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Novellette e racconti.djvu{{padleft:112|3|0]]altre cose io ebbi a cambiare abitazione: voi sapete che sono le faccende delle masserizie. Dove abitate ora voi? dice l’altro, ch’io intendo di fare con esso voi e con la moglie vostra i miei convenevoli. L’amico gli risponde: Io sto sì e sì; e gli disegna a puntino tutte le giravolte fino a casa sua e fino all’uscio e alla forma del martello come in una carta geografica. Addio, dice l’altro; ma io me l’ho legata al dito, chè non siete venuto a Padova. Io vi giuro, ripiglia quel della casa, ch’io ebbi tale intenzione di venire, che spesi in un vestito cinquanta zecchini, e non me l’ho messo indosso ancora, e appunto conviene che fra due ore lo mandi al sarto, perchè mi accorci le maniche che sono alquanto lunghette; voi me ne avete fatto ricordare. Presero licenza l’un dall’altro, baciandosi di nuovo: il padrone del vestito entrò nella bottega delle paste, e l’altro andò per altra via. Avea tutto questo ragionamento udito un tristo non osservato, il quale stando molto bene in orecchi, massime quando sentì a nominare il vestito nuovo, e avendo notata la casa e il martello dell’uscio, fece proponimento fra sè di voler procacciare sua ventura. Per la qual cosa acconciossi in luogo dove potea udire e non essere veduto; ode che il galantuomo, entrato nella bottega, dice al bottegajo: Apparecchiatemi una cestella di quelle paste ch’io ebbi da voi pochi dì sono, e fate che non oltrepassino le quindici o sedici libbre, perchè io non vorrei, prendendone più, che le si guastassero; fra poco manderò un uomo a pagarle e prenderle; addio. Non andò un terzo di ora, che eccoti a comparire l’astutaccio ch’era stato in ascolto, e chiede: Le sedici libbre di paste del padron mio sono all’ordine? e tira fuori una borsa. Sì, sono, dice il bottegajo; questa è la cestella. Il furbo, udito il valsente, paga, prende la cestella, va alla casa del galantuomo, picchia. Chi è? — Le paste che manda il padrone. Quando vien roba, ogni uscio si apre: è aperto, sale; si affaccia la padrona e una fanticella scozzonata come una volpe, e intelligente di birban-