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130 | novella lxxiii. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Novellette e racconti.djvu{{padleft:140|3|0]]pongono e diverse sorelle, i quali e le quali volendo compensare quelle ricchezze che la cieca sorte ha loro negate, hanno con diverse qualità di suono, di canto e di altre piacevoli virtù ornati i loro cortesi costumi, e si sono resi grati alla compagnia delle genti. Pare però che la fortuna abbia una certa inimicizia e ostinazione invincibile appunto contro a coloro ch’ella vede meglio dotati di qualità di animo. Imperocchè non bastandole di non essere larga dei suoi favori verso questa così bene educata famiglia, ha quasi tutti i fratelli e le sorelle, che in essa sono, con qualche difettuzzo nel corpo fatti nascere, e non solo essi, ma tutti di quel casato, secondo che raccontano i vecchi di quel paese, ebbero in ciò qualche sciagura. La qual cosa gli uomini di senno non sogliono mai imputare a mancanza della persona che n’è aggravata, anzi si guardano molto bene dal parlarne giammai, e stimano una inurbanità grossolana e un’arguzia plebea il favellarne.
Ma per entrare nella storia, dico che tutti e tre questi buoni fratelli rivolti col pensiero alle loro faccende, altro non hanno a cuore, se non che di far sì, che quello che posseggono sia misuratamente speso per modo, che la fine delle loro rendite tocchi sempre il principio del nuovo anno, fuggendo sempre le apparenze e le maschere di grandezza, acciocchè duri uguale lo stato loro. Per la qual cosa due di essi, quantunque assai ben veduti ed accolti verrebbero da ciascheduno, vivono per lo più da sè a sè, senza curarsi di compagnia nè di conversazioni; e il terzo, che più giovane è, per far sì che la famiglia sua tenga appicco col mondo e abbia benevola la società, si lascia spesso vedere, e costuma dove tutti gli altri. Della qual cosa venendo spesso da’ fratelli suoi rimproverato, scusavasi col dire che la solitudine fa dimenticare altrui dell’uomo che in essa si seppellisce e si tuffa, e che dovendo gli uomini vivere l’uno dell’altro, era di necessità il conoscersi vicendevolmente. Così dunque facendo, com’egli dicea, ritrovavasi spesso in quei luoghi dove più