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novella lxxix. 155

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Novellette e racconti.djvu{{padleft:165|3|0]]stretti parenti che lo redassero, Jacopo andò a cogliere quel boccone, e la Sandra, che sua moglie era, ne andò con esso, e si beccarono su parecchie centinaja di zecchini nuovi e interi, che non ne aveano ancora mai veduti in tutto il corso della vita loro. Dicono alcuni, i quali furono quivi presenti, che a Jacopo nel prendere quei sacchetti che chiudevano il tesoro, tremavano le mani, e che parlandogli alcuno, non gli rispondea più al verso; e la Sandra parea che non potesse riavere il fiato, le parole le uscivano mozze della lingua, e si cominciò a notare che, parendole oggimai di essere ingentilita, facea qualche sgarbata riverenza per venire stimata civile; ai quali indizj vi furono alcuni i quali dissero ch’essi andavano scambiando natura. Jacopo e la Sandra, côltasi l’imbeccata, si partirono tosto di là per essere a casa per tempo, temendo che in sul far della notte qualche ladroncello gli assalisse; il qual pensiero non aveano ancora avuto giammai; e così camminando e ragionando insieme del bell’acquisto che aveano fatto, e lodando l’anima del parente loro, e chiamandolo veramente uomo di buona e santa coscienza, parve alla Sandra che la via le cominciasse a rincrescere. E non ricordandosi più che ella soleva spesso, poco prima, andare al mulino parecchie miglia lontano con un sacchetto di molte libbre in capo, ora vôta e scarica, incominciò a querelarsi e a dire: Marito mio, egli non mi pare di poter vedere quell’ora ch’io sia a casa, io non so quello ch’io abbia oggi, che le ginocchia non mi reggono più, e non so perché siamo venuti a questo modo a piedi. Jacopo rispondeva ch’egli era stanco anch’egli; e incominciarono a dire che si avesse da indi in poi a provvedersi di un cavalluccio, e da mantenerlo per andare a’ fatti loro. Tra questi ragionamenti giunsero al loro casolare, al cui aspetto, voltasi la Sandra al marito, gli disse: Io non so, marito mio, se io abbia le travveggole, o se la lunga strada mi abbia sì indebolita la vista, che non vegga più lume bene; ma dappoi in qua che mi sono

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