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158 | novella lxxx. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Novellette e racconti.djvu{{padleft:168|3|0]]chetto sono rinchiusi i peccati; e la Sandra vostra, che buona e santa donna mi pare, tiene quella spada in mano, minacciando la Tentazione, che s’ella mai sciogliesse il sacco, le troncherebbe il capo. Oh bella! esclamò allora la Sandra: io fo giuro al cielo che cotesto pittore fu indovino, e vorrei vedere io che cotesta Tentazione mi stimolasse a far cosa contra al marito mio. Quanto ne vuoi tu? disse Jacopo al bottegajo con le lagrime agli occhi per l’allegrezza. E in breve, chiuso il contratto per non so quante lire, si arrecò a casa la Giuditta, e dicea a tutti che l’era la Sandra. la quale combattea contro alla Tentazione. Dicono alcuni maligni che la Sandra fu ben quella prima dell’eredità, ma che dopo la femminetta nera del quadro si avrebbe a dipingere col sacchetto aperto, e la Sandra con la spada nel fodero.
Ma comechè sia, io non dirò nulla di ciò: bastami che di tempo in tempo si dimenticarono affatto della prima condizione; e come se que’ pochi danari che aveano acquistati, fossero stati scienza, nobiltà e ogni cosa, a poco a poco montarono in gran superbia; e volendo in ogni cosa diportarsi a guisa di cittadini, Jacopo e Sandra in breve ritornarono a povertà, e sono oggidì quasi disperati e beffati da ognuno.
LXXX.
Le Donne cambiate.
Fu già in Londra un dabbene e ricco uomo, chiamato Giovanni, il quale prese per moglie la più bestiale e fantastica donna che fosse mai; e perchè nulla le mancasse da poter fare a modo suo in casa del marito, la gli arrecò una grossa e ricca dote. In pochi giorni quella famiglia, che prima sotto il governo di Giovanni parea l’albergo della contentezza, non sì tosto fu entrata in casa la novella sposa, che la divenne un inferno; tanto che parea non che femmina, ma centomila diavoli vi fossero andati ad abitare. Ella era oltre ogni credere superba, borbot-