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184 novella lxxxiv.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Novellette e racconti.djvu{{padleft:194|3|0]]l’occulto piaceruzzo del non avere restituito, disse a sè: Ha avuto ragione di motteggiarti colui da quel finestrino, e più l’avrebbe avuta s’egli avesse saputo la tua intenzione. Se quel pover’uomo è morto per altrui, non è morto per te. Va, e rendigli come puoi i suoi danari. Così detto, ritornò alla bottega, e trovatovi un fesso, vi gittò dentro i quattrini, gastigando in tal guisa sè medesimo della sua mal conceputa ingordigia, per non avvezzarsi all’altrui.

Questa è una di quelle iperboli di Seneca, per esprimere quanto debba essere sottilmente custodita la coscienza. All’incontro, dice lo stesso Seneca, ci sono alcuni i quali attaccano alla coscienza altrui que’ difetti che non vi sono; e s’eglino avranno ad avere, questo è a sufficienza perchè l’uomo divenga loro schiavo; e non guardano nè calamità, nè altro, come se l’anima dell’uomo e tutta la bontà sua stesse nella borsa. Nè si contenteranno cotesti tali di spargere la voce per tutto il mondo delle disgrazie di lui, ma senza guardare altro con le dicerie e con le menzogne lo morderanno da tutti i lati; parendo loro di averlo comperato, e di poter fare di lui come di cosa propria, dando in questa guisa segno di quel che sono di dietro.

Dall’un lato e dall’altro è dunque di necessità che la coscienza sia netta e pura; il che suole avvenire di rado, e non sono tutti gli uomini come quelli di ch’io lessi a questi giorni nella novella che segue, la quale va tra le iperboli anch’essa.

Gregorio e Taddeo erano due vecchi, i quali sopra ogni cosa aveano in tutto il corso della vita loro tenuto gran conto di custodire la coscienza; tanto che ad udire le sottigliezze e i pensieri loro, quando ragionavano intorno a tale argomento, le genti ridevano loro in faccia, e parea che fossero rimbambiti e usciti del cervello, come avviene a chi favella contro la usanza comune. Avea Gregorio una sua buona casetta in villa, e volendo egli far piacere all’amico suo, che richiesta gliel’avea per compe-

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