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novella lxxxv. | 191 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Novellette e racconti.djvu{{padleft:201|3|0]]chi sa che non ne andasse in fine a fuoco e fiamme la casa. Così detto, vanno insieme in una stanza, la richiudono, e cominciano a noverare. Uno de’ ciurmadori cava fuori una borsa di pelle, e in essa vengono seppelliti subito i quattrocenti zecchini che doveano essere pastura de’ diavoli. Chiudesi la borsa, vi si mette sopra un suggello. Ora che se ne ha a fare? dice l’oste. Tu l’hai, ripigliò uno, a richiudere a chiave in una cassettina di quell’armadio colà; io vado a Venezia, e di qua a otto giorni sarai avvisato da me per lettera di quello che tu debba fare dei danari. Ma vedi bene che tu non errassi; non aprir mai prima che tu abbi da me l’avviso; e fa come io ti dico, perchè, se tu apri l’armadio e la borsa senza l’avviso mio, io ti prometto che tu avrai a piangere. Fu riposta la borsa con gran solennità nell’armadio, e fatti certi brevi convenevoli, i tre ciurmatori se ne andarono a’ fatti loro, e l’oste rimase colla fantasia, secondo l’usato, ripiena di zecchini. Intanto i giorni parevano all’ uomo dabbene secoli interi, la notte non chiudeva mai occhi, e guardava nelle finestre se appariva il lume: il giorno ascoltava tutti gli oriuoli, parendogli che non suonassero mai, o guardava il sole quando calava verso il ponente; e tanto stette in questi pensieri, che passarono gli otto dì, ne’ quali non ebbe mai lettere, nè avviso veruno dall’amico. I punti delle stelle, dicea egli, non saranno a segno ancora. Che mai sarà? non andranno mai queste stelle dove le debbono andare? Oh come sono io sventurato! ho il tesoro in casa, gli cammino sopra co’ piedi, e non lo posso adoperare. Quando mi scriverà l’amico? ma faccia egli. A lui son note le cose de’ diavoli, io non le so, e mi conviene aver pazienza. In tali pensieri passarono altri otto dì, e poi altri otto ancora, e finalmente si chiuse un mese che non vide mai lettera dall’amico. Comincia a temere, e non sa di che. Sentesi tanto di andare ad aprire l’armadio, ma teme del fatto suo. Dall’una parte la speranza del tesoro e la paura degli spiriti lo ritiene, dall’altra lo