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novella xxx. | 53 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Novellette e racconti.djvu{{padleft:63|3|0]]terra il mantello che fu dato dall’uomo dabbene al giovane della bottega, dicendo: Costui non verrà più indietro pel mantel suo; questo è tua roba, fanne quell’uso che vuoi.
XXX.
Come un Padre troppo rigido siasi corretto.
Sogliono alcuni padri valersi co’ loro figliuoli di una certa massima, cioè che non importa loro di essere odiati, purchè ne vengano temuti; non sapendo che la sola amicizia ed intrinsichezza gli farebbe amare e ubbidire; e che laddove non è amore e domestichezza, nasce la malizia, la simulazione, la dissimulazione, la bugia, e talora la licenziosità e la scostumatezza. Chi può star volentieri con le persone temute? Di qua eccoti i figliuoli star più volentieri con ogni altra persona, anche la più vile ed abbietta, che col padre, e spesso aprire ad un servo quel cuore e quell’anima che tengono chiusa con mille chiavi dinanzi agli occhi paterni. A questi giorni dunque è avvenuto il caso che dirò.
È in una certa contrada un cert’uomo, il quale ha sei figliuoli, quattro maschi e due femmine, a’ quali non ha mai data una buona parola dalle fasce fino al giorno d’oggi, che sono già grandicelli. Guardagli sempre accigliato e in cagnesco, borbotta, rinfaccia, e non fanno mai cosa che gli piaccia. Se li vede ridere, sgrida; se stanno malinconici, fa lo stesso: in breve, non è mai soddisfatto. Pochi giorni fa, trovatigli insieme che ragionavano, preso sospetto che dicessero male di lui, comandò loro rigidamente che non parlassero più, minacciando chi di loro avesse aperto la bocca di un gravissimo gastigo. I poveri giovani tremando si stettero tutti mutoli, non solo poche ore, ma più di un dì, avendo intorno sempre la spia di un servo che per rendersi benevolo il padrone, era peggiore di lui. Finalmente non potendo essi più comportare tanto silenzio, incomin-