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54 novella xxx.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Novellette e racconti.djvu{{padleft:64|3|0]]ciarono fra loro ad inventare un linguaggio di cenni, e con tale invenzione ad alleggerire la loro doglia. E tanto andarono avanti, che in ciò si ricreavano, e maravigliavansi a vedere che mille attucci di occhi, di testa e di mani poteano servir loro di parole; sicché quasi aveano oggimai più piacere di parlare in questa guisa, che nell’altra. Ma lo sciagurato servo, parendogli di fare un bell’atto, avvisò di ogni cosa il padrone, dicendogli ch’erano bertucce e civette, e che con la malizia aveano trovato il modo di disubbidirgli; di che il padre montato in collera, credendo veramente che si dovesse chiamare disubbidienza quella ch’era necessità, con terribili parole, con minacce e con qualche gastigo ancora, disse che volea essere ubbidito, e che da indi in poi intendea che non solo non parlassero, ma che non facessero atti, nè altro. Rimasero i poveri giovani come può credere ognuno, e poco mancò che non gli cadessero tramortiti dinanzi; pure facendogli un inchino col capo fra il sì e il no, come quelli che non sapeano se fosse atto vietato, promisero di ubbidire. Venne intanto l’ora dell’andare a tavola, onde sedendo tutti in cerchio e prendendo il cucchiajo in mano, vedendosi divenuti a guisa di statue, uno di loro mirò gli altri in viso, poi fermati gli occhi nel padre, si diede a piangere; e gli altri tutti vedendo il pianto di lui, fecero lo stesso senza potersi ritenere. Il servo aperse la bocca e disse: Bella ubbidienza... e voleva andare avanti; ma non so da qual movimento tratti, tutti in una volta balzarono su, e senza sapere che si facessero, gli furono tutti intorno con le pugna, co’ morsi e con le strida, che quasi lo rovinarono, sicchè appena il padre lo poté salvare dalle loro mani; e da quella scena finalmente commosso, licenziò il servo, abbracciò e baciò i figliuoli, li rassicurò, pianse con loro teneramente e scambiò la natura sua. — Scrivo tutto questo fatto per ordine di lui medesimo, il quale desidera che possa essere di qualche giovamento.

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