< Pagina:Novellette e racconti.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Novellette e racconti.djvu{{padleft:8|3|0]]cinque figli, andò sempre più precipitando nella miseria, daché la moglie non ebbe più intorno a te verun freno. Per sottrarsi al trambusto della sua casa ed all’aspetto della rovina sempre più grande, il Gozzi si separò dalla propria famiglia, pigliando a pigione due stanze, sperando di poter quivi attendere con più tranquillità a’ suoi studi, dai quali oramai convenivagli trarre di che mantenersi.

L’ingegno del Gozzi e le sue produzioni gli acquistarono la stima e l’applauso delle persone più colte; nondimeno allorché domandò una cattedra di belle lettere, gli fu negata. Solo molto più tardi ebbe onorevoli e vantaggiose incumbenze spettanti ai pubblici studi ed alla riforma dell’Università di Padova. A quel tempo gli era morta la moglie ed anche un figliuolo; aveva accasate le tre figlie; all’altro maschio aveva assegnato quanto gli rimaneva del patrimonio per ragione di fidecommissi: sicché avrebbe potuto vivere agiatamente de’suoi stipendj. Ma i lunghi e soverchi lavori degli anni passati gli avevano logorata la complessione per modo che fu poi sempre infermiccio. E non é ben certo se fosse per violento e subito accesso di febbre, o per fastidio di quella vita, una volta trovandosi a Padova si gittò dalla finestra nel fiume. Raccolto e soccorso con amore e con munificenza dalla nobil donna Caterina Dolfin-Tron, visse poi sempre a Padova fino alla morte, avvenuta nel giorno 25 dicembre, 1786.

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.