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82 | novella xlix. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Novellette e racconti.djvu{{padleft:92|3|0]]ma fastidio e noja che diede un pensiero secondo ad un uomo dabbene, mentre ch’egli era molestato dal primo. Il dolore dei denti, dicono alcuni, è uno dei più acuti e cocenti che altri possa provare; e io lo credo, perchè ho veduti uomini e donne molte volte a fare i più strani visi, a stralunare gli occhi in tal guisa e a stridere tanto, che lodai il Cielo di averli di acciajo. E quel ch’è peggio, non ho mai veduto malattia che abbia maggior quantità di ricette, che questa: chi ne facesse una lista, empierebbe un dizionario: cose calde, fredde, temperate; bagni, radici, grani, olj, semi, latte: prova questa, io sto meglio, di là ad un poco, io sto peggio; applica quell’altra, è lo stesso; e finalmente, dopo molti guai e sospiri, n’esce fuori un viso tutto enfiato da una parte, con maraviglia di chi l’ha e di chi lo vede. I più dicono: Il migliore rimedio è la tanaglia. E non s’ingannano, perchè quando un osso è intarlato, non lo guarirebbe Ippocrate. In tale stato d’angosce durò tre giorni il galantuomo ch’io accennai di sopra; onde, pieno di molestia e di doglia, stanco di ogni altro rimedio, deliberò di ricorrere ad una signora, la quale sta a San Benedetto, ed è peritissima di sfornire le gengie di denti guasti colle tanaglie. Andava egli, traendo guai con un fazzoletto bianco alla guancia, accompagnato da un amico suo, verso la casa della signora, e già saliva il ponte di Sant’Angelo, quand’ecco gli si affaccia un uomo che avea statura quasi di gigante, con una parrucca nera come inchiostro, faccia macilente e pallida e col mantello sul braccio a traverso, il quale piantatosi dinanzi a lui saldo come un termine, con una voce che parea una bombarda, gli dice: Ringrazio la fortuna che mi vi abbia fatto ritrovare in questo luogo, perchè in tal modo mi accorciate la via del dover venire fino alle Fondamenta Nuove alla vostra abitazione a riscuotere le trecento lire di che mi siete debitore. Il meschino addolorato che avea altro in capo, gli rispose quietamente: Voi prendete sbaglio, e io non sono colui che voi andate cercando.