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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Ojetti - Alla scoperta dei letterati.djvu{{padleft:122|3|0]]noi tre parlammo d’arte. Né io rammento d’aver mai parlato d’altro con Enrico Butti.
Ma verso sera seduti sotto il muro d’un orto, guardando il lago aperto e nebbioso di tra i pioppi fruscianti, noi due soli avemmo il colloquio più ordinato. Era il lago nebbioso come sempre è sotto il crepuscolo; i monti in faccia non avevano alcuna apparenza di solidità, ma si ergevano come grandi scenarii piatti, di un bel cobalto fluido; scintillavano senza irraggiamento i lumi bassi d’Intra e di Stresa; l’apertura del golfo di Pallanza era invisibile; sotto il cielo ancora vivido d’oro il lago placidissimo aveva lunghe strie color di zaffiro e color di topazio, come una immensa serica stoffa opaca. Ed Enrico Butti che è magro e pallido e ha i baffi fieramente rialzati e una lunga barba castagna rettangolare, così diceva:
— Io sono un ottimista e spero nel risorgimento della letteratura nostra non solo, ma anche d’ogni altra funzione artistica e sociale d’Italia. E una ragione