< Pagina:Ojetti - Alla scoperta dei letterati.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
120 e. a. butti

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Ojetti - Alla scoperta dei letterati.djvu{{padleft:138|3|0]]presa non sarà affatto inutile come potrebbe a certuni sembrare. Noi, con le nostre opere ci rivolgiamo alle classi nobili, colte e facoltose: gli interessi vitali di queste classi sono i nostri medesimi.

Pur troppo esse se ne sono dimenticate, o hanno paura di ricordarselo! Il nostro esempio e i nostri avvertimenti potranno forse richiamare queste classi ai loro doveri ed ai loro diritti. Un’aristocrazia sarà così ricostituita e stretta in falange; un’aristocrazia che farà una terribile resistenza con la forza dell’ingegno, delle tradizioni e del censo, a quelli che non hanno altro per sé che la forza del numero. Non sarebbe questo un risultato splendido e memorabile per l’arte contemporanea, oltre i suoi trionfi estetici?

La notte era scesa tra quella nebbia con tanta prestezza, che nel grande silenzio sembrava paurosa. Era il silenzio tanto grande su la spiaggia sassosa che nella bruma oscura il lago emanava un senso d’immensità quasi che fosse un mare.


Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.