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Livorno, settembre del ’94.
Fu una sera al Pancaldi di Livorno. L’autore dei Fanciulli formava con Lopez, con Bartocci-Fontana, con Montecorboli il corteggio di Tina di Lorenzo, la quale passava a Livorno le sue vacanze. Sempre affaccendato, un po’ curvo come uomo oppresso da un fardello di cure più o meno letterarie, dimesso negli abiti, egli allato di Tina avanzava su la rotonda parlando, parlando e parlando e, quando non parlava, si tormentava la barba e se la stirava e se la spartiva e se la piegava, quasi che l’immobilità del silenzio potesse essergli dispiacevole.
Cortese sempre anche quando non gli si chiede che un po’ di tempo (pensate