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196 | cesare pascarella |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Ojetti - Alla scoperta dei letterati.djvu{{padleft:214|3|0]]sigaretta invece della pipa, dopo ancòra il pastrano invece del famoso scialle a quadri grigi, Pasca (come gli amici lo chiamano nell’intimità) non è più lui. In quell’altro costume più bohémien con la pipa, lo scialle svolazzante, le scarpe basse lunghissime acuminate, la giacca corta e larga, il cappello a cencio un po’ inclinato, io me lo rammento benissimo, sebbene fossi ancora bimbo e studiassi al ginnasio lo Schultz e il Curtius. Lo vedevo spesso al Circolo artistico dove, come a gran festa, accompagnavo mio padre, e dove egli recitava i sonetti; e per anni nella mia fantasia infantile ho tenuto quel gesto con che egli chiude Er morto de campagna
Pe' la macchia cantanno er miserere,
quel gesto lento, pauroso, largo come l’onde tristamente sonore del cantico dei morti, giù per la macchia umida.
Tutti da allora lo conoscevano, tutti: gli ebrei del ghetto e i popolani del Tra-