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milano, marzo del ’95.
— Mi rammento il discorso che il presidente del Lotus-Club fece a un banchetto datomi da quel Circolo a New-York. Parlava egli con perfetta conoscenza di Fogazzaro e di Verga, e diceva che, se fossero stati francesi o inglesi o russi, il mondo sarebbe stato già da lungo tempo pieno del loro nome. E aveva ragione, che noi non dobbiamo più parlar di speranze più o meno rosee, ma dobbiamo guardare e constatare i fatti.
Parlavamo in una stanza della Società degli autori in via Brera, una stanzetta linda e quieta: un armadio, uno scrittoio, un divano, una poltrona. Giuseppe Giacosa è il più alto e valido dei letterati italiani, è calvo, ha barba lunga e folta e placidi
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