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gabriele d’annunzio | 329 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Ojetti - Alla scoperta dei letterati.djvu{{padleft:347|3|0]]mini che si sviluppano lottando essa le offre come segni ai quali devono mirare di continuo nello sforzo della lotta e nel giubilo della vittoria. Quell’arte esalta e glorifica sopra le cose la bellezza e la potenza dell’uomo pugnace e dominatore.
Il nuovo rinascimento dovrà dunque cominciare col ristabilire il culto dell’Uomo. E i nuovi artisti, come gli antichi, chiederanno alla scienza la facoltà di creare: ciò è di continuare la Natura, di aggiungere alla Natura più alte anime e più nobili forme, di manifestare per segni luminosi l’Ideale.
Nell’età di Leonardo e di Michelangelo la scienza non contrastava l’arte. Dietro i fogli occupati da disegni di anatomia il Vinci scriveva le laudi del corpo umano.
Il Buonarroti piantava una candela ardente nell’ombelico dei cadaveri per studiarli a notte. Ambedue sapevano qual prodigio sia Uomo.
Diretti eredi dell’antico spirito, i nuovi artisti vorranno l’arte indissolubilmente