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quasi benignamente, il tramonto estremo si diffondeva roseo e lieto sulla calma immensa un po’ triste.
Anna rammentò il sogno del sentimentale amore svanito, e commossa si avvicinò alla sposina quasi che restandole vicino un po’ del languido fuoco d’amore potesse per riflesso avvivarla. — Ella resterà con me e mi vorrà bene. Bianca non rispose ma le cinse la vita col braccio. Bebbo guardava il paesaggio e la piccola provinciale, assetata di romanzi e di sentimento, pensò: «Perchè adesso in questo languore non si guardano nemmeno? Forse io li disturbo.» — Dovranno tornare qui da soli, una sera, senza me. Un’estranea guasta ogni sentimento. — Ma si figuri! Bebbo e io non siamo sentimentali. È vero, Bebbo? Tornarono a casa. Alla sera, sebbene avessero promesso di venire, i due sposi restarono chiusi in casa, e la mattina dopo Caterina narrò che a cena avevano bevuto assai e avevano finito per vietarle di entrare in camera da pranzo così che alle undici si erano chiusi in camera e non avevano fiatato più. Anna soggiunse: —