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Nannina, oh Nannina! – e un minuto dopo Oreste irrompeva furioso.

— Stupida, stupida, stupida! Ah, si va in giro per Spoleto con certe donne! Ah sì? – e cominciò a batterla. — Oreste, sei matto? Sta buono! Ah, scellerato! — Ma non sai? Non sai che la moglie del pittore non è sua moglie? — Non è sua moglie? E chi è? – gridò Anna arretrando, sfuggendo i colpi. — Chi è? È una sgualdrina qualunque che tutti conoscono a Roma. E tu l’hai presa per una signora, e tutti ridono alle spalle tue. Se avessi udito la Torelli iersera!... — Ma no, è impossibile! Quella è una signora! Ma i dubbii all’improvviso la assalirono: quei discorsi salaci, quel poco amore pel presunto marito, quel nero sotto gli occhi, quel rosso su le labbra... — Oh dio, dio mio! – e cominciò a singhiozzare. — Fra un’ora partiamo. Torniamo a Spoleto. Qui non ci si può stare. Per una signora dabbene l’aria è ammorbata. Ci ho ben pensato: non è ragione sufficiente per sciogliere il contratto. Dobbiamo

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