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Rita. E Alberto?
Sandrina. A Tevere. Io so che nemmeno ho due lire per farmi i guanti nuovi, capisci? E non mi dispiace, ti credi? Altro che! Anche a me piacerebbe un marito giovane, e il letto a due piazze, e la cuoca, e la cameriera, e gli abiti da sera, e i baci giorno e notte... Ma... Alberto appena appena ha il tempo per i baci. (si ferma davanti a un portone grande, ma sporco e ingombro di bimbi che giocano) Io salgo su. Vieni? Zia ancora è in tipografia. Resterai un quarto d’ora?
Rita (senza parole la segue per le scale).
Sandrina (fa le scale canticchiando senza parlare a Rita, apre una porta al quarto piano, entra). Entra e richiudi la porta. Io accendo il fornello per la cena. Ci riscalderemo. (In cucina versa da un canestro tutto il poco carbone rimasto, accende il fuoco abilmente con la carta sotto il carbone, mostra ridendo le mani a Rita) Guarda che mani nere! Quando sarò «capo divisione» suonerò il campanello verso sera e griderò al cameriere: «Battista, accendete il caminetto nel salottino rosso!» (intanto sventola il fornello) Un salottino rosso e
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