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— Eh, a sentir lei, se per ogni amante mi fossi strappato un capello, sarei calvo come un sasso.

— Lascia risponder lei. Quante gliene dai?

Lalla non rispondeva. Varano insisteva stizzito:

— Certo non sono tante quanti sono stati gli amanti tuoi.

— I miei? Eh... li sapete.

— Noi? Ma noi non ci occupiamo di calcolo sublime.

— Lalla, dicceli tutti, — proposi io. — Tu sei franca.

— Magari súbito.

— Benissimo. Però prima si fa una scommessa. Tu, Giacomo, quanti gliene dai? Bada, non esagerare.

Ma Varano era un ottimista nato e un cavaliere compito, e non volle enunciar cifre.

— Tu dì un numero.

— Venticinque — proposi io.

— Io dico meno. Se anche sono ventiquattro, vinco io. Siamo intesi.

E si stabilì che chi di noi due perdeva, doveva pagare il giorno dopo una cena a Senigallia.

Lalla non si era ribellata al mio numero, solo aveva detto con franchezza;

— Eh un po’ troppi!

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