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tranvai.

Il ventotto era il debutto. Ai due colleghi che erano nella sua stanza egli aveva letto la lettera ricevuta in quella settimana da sua moglie e qualche frase delle due lettere della maestra. La lettera di Giacinta finiva: «... Perciò devi stare contento, ma non venire per adesso. Ti spedisco per posta una copia del manifesto col nome mio e del tenore in rosso. Appena avrai ricevuto lo stipendio manda ottanta o novanta lire. Spero di non spenderle perchè qui mi invitano tutti. Ho conosciuto molti ufficiali pei quali l’altra sera ho cantato qualche cosa «da camera». I signori della deputazione teatrale anche sono molto gentili specialmente uno di età che ha la parrucca ma s’intende molto d’artisti e di canto. Pare che sua moglie prima di lasciarlo vedovo abbia calcato le scene. Ed è ricco coi danari di sua moglie. Mi ha detto che la mia voce gli ricorda quella di lei. Dunque sta contento ma non venire per adesso. Ieri quattro ore di prova, ma di voce sto benissimo. L’esercizio fa bene. Un abbraccio da tua moglie Giacinta. P. S. Un tenente d’artiglieria di qui è cugino del tuo ministro. Ti potrà essere utile. Dimmi che cosa t’occorre; io non so che cosa chiedergli. Anche lui è molto gentile. Mi farà visitare tutta la caserma. Il ventotto ti telegrafo dopo teatro.»

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