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Nel treno salirono verso Spoleto e Terni una dozzina di spettatori reduci dal teatro. Sabatino stupefatto udì questa constatazione:

— Che voce questa Pancrazi! Va dal contralto al soprano più acuto. Nè iersera nè l’altra sera ha avuto degli acuti limpidi come stasera. Gli acuti, limpidi? Ma allora la proibizione di Armenia era inutile? E la sua astensione era stata vana? Quando fu nel suo vagone, soltanto le contraddizioni di quel problema fisiologico occuparono la sua mente. Poi venne il sonno. E questi furono i mutamenti che fece l’arte nella vita di Sabatino Pancrazi.

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