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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Ojetti - Le vie del peccato.djvu{{padleft:255|3|0]]che io dovetti accontentarmi di quella ultima massima ideale.

Ma alla sera il mio fattore, che sa lo stato civile presente, passato e probabile di tutto il villaggio mi narrò la verità.


C’era nel villaggio una ragazza grassa e bruna di quasi quarant’anni detta la Speziala, perchè era sorella dell’antico farmacista. Ossia in realtà ella c’è ancora, ancora si chiama la Speziala e ancora è grassa e bruna, sebbene non sia più ragazza. E il gusto del racconto sta appunto nel nesso tra quel mutamento di Angelo il caffettiere, e questo mutamento di lei.

La signora Santa aveva ereditato dal fratello otto o diecimila lire e in dieci anni dandole qua e là in prestito con firme sicure e con poco rumore le aveva quasi triplicate. E questa sua cura nell’amministrare i suoi soldi la aveva tanto occupata che l’amore non l’aveva turbata mai. Una volta si era vociferato che ella trattasse con molta amabilità il cursore rurale del Tribunale di Spoleto, il quale per le sue audacie e per i suoi capelli rossi alti sul capo era chiamato Galletto; ma si era capito che l’odio dei debitori e non un amore scambievole li legava. Del resto

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