< Pagina:Ojetti - Le vie del peccato.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

— 248 —

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Ojetti - Le vie del peccato.djvu{{padleft:258|3|0]]lire, aggiungendoci cinque lire di regalia pel mediatore; ma nè la notte nè la mattina dopo il vino venne. Angelo narrò che il mugnaio lì per lì aveva come un burattino mutato opinione, lo insultò bestemmiando, lo accusò perfino di mischiare la polvere della strada alla farina del suo mulino, e circa le cento lire rispose che le teneva a casa e le avrebbe portate alla sera. Ma alla sera le cento lire non vennero, e il dì dopo egli nemmeno si fece vedere. La Speziala lo fece chiamare e lo minacciò dei carabinieri, ma egli sapeva che la vista dei carabinieri era poco piacevole agli occhi neri della padrona e che in ogni modo le sarebbe stato difficile narrare a quale scopo le cento lire avrebbero dovuto servire.

Così passò tutta l’estate, ed egli pacificamente continuò ad aiutare nelle faccende di casa la signora Santa e la sua servetta, e alle segrete ansiose domande della creditrice egli rispondeva battendosi le palme sul valido torace velloso:

— Che volete che vi dia? Che volete che vi dia? Lo sapete: io non posseggo che quel che porto addosso.

La domanda gli poteva esser fatta cento volte, che egli sempre di sasso sorrideva, furbamente rispondendo:

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.