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— Un concorso.
— Un concorso? Tu? E per quale carriera?
— Nessuna carriera. Un concorso, così, puro e semplice; ossia semplice sì, ma non tanto puro. Un concorso pel gusto di concorrere.
Egli sorrideva e io rivedendogli negli occhi una scintilla d’allegria, sperai.
— Ma come t’è venuto in mente?
— A me? Io concorrevo senza saperlo. Tu sai che i concorsi sono per titoli e per esame. I titoli miei erano buoni, per dio, a detta di tutti e di tutte; ma occorreva un esame, un esperimento. Ed è quello che m’ha ridotto così. Fa un gran freddo, sai.
— Freddo, oggi? Ma tu devi venir fuori al sole.
— Io ho freddo perchè ho perduto quindici chili di carne in cinque mesi tra Livorno, Firenze e Roma e così sono un po’ allo scoperto... E le maglie e le flanelle non sostituiscono la carne.
— Ma almeno mi dirai chi erano gli esaminatori!
— Uno solo.
— Uno solo?
— Già, e per dir la verità vera, era una esamiaatrice.