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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Ojetti - Le vie del peccato.djvu{{padleft:273|3|0]]narrasse qualche cosa alla moglie. «Scusi, sa, ma tra uomini... tra giovani... me la presenterebbe?», e si accarezzava la barba sotto il mento come accarezzasse già i capelli lucidi di Lalla. Ti puoi immaginare come gliela presentai, e meglio puoi immaginare come presentai lui a lei. Lalla che è una ragazza perspicace, si condusse a meraviglia e, siccome aveva allora allora per lunga convivenza studiato tattica con un tenente di cavalleria della scuola di Tor di Quinto, prima di qualunque scontro affamò la piazza assediata impedendo al nemico qualunque uscita. Una sera finalmente ricevetti un telegramma di Lalla «Vieni domani mattina». E la mattina dopo ci andai, era a letto ancora, e appena mi vide, mi gridò incontro: «Bel dono che m’hai fatto, saperlipopette! (Sai che quella è la sua esclamazione più vivace). Bel dono! Ma quello non è un uomo, è una belva! Una belva, ti dico! saperlipopette!» Io non so precisamente che idea Lalla abbia di una belva, ma certo malgrado le lamentazioni e i languori di quella mattina, ella ne parlava con rispetto come se invece di parlar d’una belva avesse parlato di un domatore. Io caddi dalle nuvole. Tu mi capisci. Pensavo con terrore a Bianca, piccola, pallida, fragile e tanto ardente: Vercingetorige e

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