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Io scattai come se egli mi avesse ferita a tradimento dopo avermi con cattive arti ingannata e intenerita, e rifiutai risolutamente e imperiosamente guardandolo in faccia, e andai a chiudermi in camera senza lagrime. Nè per tutta la notte dormii. Alla mattina egli era ripartito, senza avermi salutata e avendo lasciato a sua madre chi sa quali ordini precisi di sorveglianza e di cautela.
Infatti quando, verso le undici, escii, ella dimandò evitando di guardarmi:
— Dove vai, Giovanna? Torna presto, sai. Son già le undici.
Escii senza sapere dove andassi, sentendo un bisogno di vendicarmi, d’ingannarli, di mostrarmi veramente libera dalla loro vigilanza come ero libera dalla macchia dei sospetti loro.
Perchè incontrai Giannino in Piazza della Signoria, proprio come narrava la lettera anonima profeticamente? A me quell’incontro parve naturale, fatale. Avveniva perchè doveva avvenire, e io ero in mano agli eventi. Gli proposi di andare al giardino Boboli e fui d’una grazia e d’una civetteria incantevole.
Egli si lasciò conquistare, senza goffaggini, senza slanci sentimentali, parlando di affetti sereni e du-