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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Ojetti - Le vie del peccato.djvu{{padleft:62|3|0]]riso largo e braccia aperte viene a incontrarlo; egli chiama quelle cerimonie ambigue e prudenti che permettono e non promettono, i sorrisi en tout cas a simiglianza degli ombrelli atti a parare il sole o la pioggia. Così di tutte le città d’Italia e di molte città eleganti di Francia, d’Austria e di Germania egli conosce più gli abitanti che i monumenti o le idee, e a qualche mia domanda curiosa risponde:

— Amico mio, lo sai: a furia di conoscere tutte le persone, ho dimenticato di conoscere una sola cosa.

Dunque io aspettavo pazientemente al Bauer sicuro che qualche ignoto si era preso Paolo Giustoli, il mio prezioso e inesauribile narratore.

Eravamo agli ultimi di ottobre e Venezia era piena di stormi di stranieri discesi allora allora dall’Alpe a correr con piedi veloci e occhi chiusi l’Italia. Il Bauer aveva già chiuso le vetrate per una nebbia pigra e umida caduta verso sera su la laguna improvvisamente, come un velario; ma dentro l’ampia sala era una nebbia di fumo più torpida e fastidiosa.

I piccoli camerieri tedeschi correvano reggendo i cinque regolamentari schoppen per mano; accanto a me un pingue tedesco dalla barba biondastra

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