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Giustoli ancora si voltò di sghembo poi tornò a me:

— Lui è di Milano. Non so chi sia, ma te lo dico subito, – e si alzò e andò a due tavolini di distanza a parlottare con alcuni giovanotti eleganti che bevevano tè. Ancora tornò:

— È il tenente di Vara, che l’altr’anno lasciò il reggimento per debiti e adesso vive a Montecarlo. Lei adesso fa bella vita. Sembra una cosa impossibile. Me l’avevano detto ma, dopo la catastrofe, non la avevo incontrata mai. Con un marito così giovane, così ricco, così intelligente....

Sentivo il bell’aneddoto:

— Racconta, racconta.

— Ma devo anche mangiare.

— Mangia e racconta, e metti molta senape nel roastbeef e nella narrazione.

E dopo due bocconi di carne e un sorso di Gratz, cominciò:

— Lei è di Milano, figlia della marchesa di Pianoro, di cui si narrava che Napoleone III....

— Non ti distrarre. Va innanzi.

— No per dirti che l’ha nel sangue.... Dunque lei sposò, a diciannove anni, quattro anni fa, il mio amico intimo...

Io sapevo che tutti erano «amici intimi» pel buon Giustoli collezionista di amicizie.

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