< Pagina:Ojetti - Le vie del peccato.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

— 57 —

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Ojetti - Le vie del peccato.djvu{{padleft:67|3|0]]il trionfo era poco soddisfacente ed ella cominciò ad essere gelosa del passato. Per quanto, come figlia di tanta madre e come signorina elegante, ella anche prima di entrare in chiesa sapesse il rito della messa, dall’Introibo all’Ite missa est, pure la realtà la scosse e la appassionò più di ogni previsione: ed ella si sapeva e si sentiva inesperta e forse sciocca in confronto a quella Nina del passato. A Giangiacomo non rivelò lì per lì i suoi tormenti, ma fiduciosa cercò di entrare in gara con l’antica amante di lui.

— Come lo sai?

— Lo supposi una volta che col Barchi e con altri facemmo nell’estate di quel primo anno un’ascensione al Monte Mottarone da Gignese; egli aveva quel tal soffio rapido e quel tal pallore che non inganna. Sua moglie poi già si atteggiava a Nina....

— Infatti adesso guardandola m’accorgo della somiglianza.

— Una somiglianza acquistata giorno per giorno, mossa per mossa, parola per parola, per amor del marito. Il fatto si è che una mattina Giangiacomo si accorse che sua moglie si tingeva gli occhi, e ne sorse una lite violenta nella quale la povera contessa per coprirsi scoprì il suo segreto. Gian-

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.