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— Che fate? Lasciate la mantella su la brace, – esclamò Biagio allontanando celermente un lembo della mantella che aveva toccato i carboni.

— Eh Cristo, una lucertola a due code! – e alzava in trionfo il pugno chiuso e rideva. – La tengo, la tengo....

— Una lucertola a due code! Porta fortuna.... Io ne avrei più bisogno di voi....

— E perchè non l’hai presa? La fortuna è di chi se la piglia, non è di chi la trova. Guarda... – e mostrava la testina verde della lucertola che s’affacciava e oscillava tra il pollice e l’indice di lui serrati a cerchio, e apriva la boccuccia come un pesce boccheggiante, e girava spaurita gli occhi vivi lucidi delicati come una gemma.

— E ha due code?

— Tiè! Guarda; – e voltò il pugno dalla parte del mignolo, il pugno donde appariva la coda bifida.

— E una bella fortuna.

— Te lo dico io! Domani vendo i due porci che ammazzo, a sei soldi la libbra.... Te lo dico io! E ieri li ho venduti a quattro. Vedrai..., – e seguitava a guardare, sorridendo, ora la testa ora la coda del ramarro sottile palpitante nel suo pugno enorme.

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