< Pagina:Ojetti - Le vie del peccato.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

— 74 —

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Ojetti - Le vie del peccato.djvu{{padleft:84|3|0]]

— Voi ce l’avete, e ce la vedremo davanti al pretore.

— Fate una sciocchezza; e ci perderete i quattrini del giudizio e il buon nome. Pensateci due volte!

— Ma nemmeno mezza! – e uscì com’era entrato, e Beppe ricominciò a pestar la carne sorridendo.

A un punto ne gittò una presa a un gatto bianco che stava lì sotto attendendo da un’ora invano.

Così intanto la lucertola a due code portò fortuna al gatto bianco.


Il bovaro se ne accorò. A Spoleto l’avvocato gli rise in faccia, a San Giacomo tutti gli domandavano se aveva trovato la lucertola a due code, ed egli non potè fare altro che licenziare lì per lì Biagio. Al mercato di Roma perdette altri ottanta scudi, e tanto su quel perduto amuleto fissò la fantasia che sua moglie – una biondina magra, giovine e timida come una fronda di pioppo – se ne impensierì, e, quando egli giurò di non comprar più buoi per tutto l’inverno e di non andar più a Roma per venderli, se ne annoiò anche di più.

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.