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i più reazionarii cominciarono ad osservare che si sciupava la benzina. E gli autocarri tornarono in caserma.

Ormai i dieci o dodici negozianti saccheggiati speravano di riavere un po’ del loro dalla Camera del Lavoro; e con qualche mancia sottomano, infatti lo ritrovavano e, computando il perduto, s’adattavano a rifarsi aumentando i prezzi di quel che avevano salvato e di quel che avrebbero recuperato. I più dei “consumatori” s’illudevano che una buona lezione a quelli esosi poteva essere stata di pratico giovamento. E tutti si facevano un coraggio proporzionato alla paura altrui. Le conclusioni, per me, memorabili furono queste: che all’aurora dell’altro giorno s’arricchirono gli spazzini comunali perchè ad ogni angolo di strada trovarono abbandonati furtivamente, durante la notte, dai rapinatori più spaventati, tutto quel che vollero, dalle suddette scarpe ai polli sullodati, e solo s’adirarono a vedere pozze di vino e d’olio versato per dispetto sul selciato; che le uova salirono d’un balzo a lire 18 la dozzina e, anche a quel prezzo, beato chi le trovò; che solo la farmacia del Corso vendette in un giorno quarantadue purganti d’ogni calibro, mentre normalmente ne vende, sì e no, cinque nelle ventiquattr’ore. E per l’ultima conclusione vado a capo perchè riguarda casa mia. Di giorno in giorno, tornata la pace, tutti quelli che sotto la sovrana egida del socialismo del

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