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A Roma 171

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Ojetti - Mio figlio ferroviere.djvu{{padleft:183|3|0]]ultime vocali delle parole. Fui contento di saperlo ammogliato. Una moglie è già una famiglia; una famiglia è anche per un rivoluzionario qualcosa da conservare, cioè da nutrire: un’eccezione alla fame totale e al cataclisma universale: uno strappo, almeno, nella bandiera rossa.

— E la sua signora dov’è?

— Non lo so. Canta.

— Ah, canta?

— Cantava. Adesso non so.

— Può darsi che canti ancóra, – conclusi bonario, ma non mi parve che la mia gentile ipotesi gl’importasse molto.

Via Nazionale, non ricordo più perchè, era tutta imbandierata, e da piazza Termini faceva un gran bel vedere. S’ha tempo a dire che i nostri tre colori sono stonati. A vedere una strada ad ogni casa ad ogni piano tutta tricolori, mi sembra che i muri si sieno messi a fiorire, e m’invade una primaverile allegria da studente. Ma quello sillabava lento lento come se le parole facessero uno sforzo a scoppiargli fuori dalla buccia d’unto:

— Molte bandiere italiane. È l’ordine della polizia, ed è un segno molto buono. Quando una popolazione obbedisce alla polizia, la rivoluzione è molto facile. Basta cambiare la polizia.

Passai la valigia dalla mano destra alla mano sinistra per non mostrare al mio interlocutore il piacere che quelle sue osservazioni perentorie mi davano. Gl’italiani si fanno tante illusioni sulla Russia (pensavo) che è bene per contrap-

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