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Ella era da Sua Eccellenza....

— Il Sottosegretario di Stato agl’Interni, appunto. — Conosce Sua Eccellenza? — Un poco.... — Parlarono di me? — Non ricordo. Mi sembra di no. — Io purtroppo non ho l’onore di conoscere personalmente Sua Eccellenza. — Capisco.... Il sottoprefetto faceva tutto quel che poteva per calmarsi. Tentò, per ritrovare l’equilibrio, di ricacciarmi nella seconda categoria: — Certo ella è andato agl’Interni insieme a suo figlio. — Le pare, conte! Ma questo non c’entra: l’importante si è che io non posso accettare d’essere candidato nelle prossime elezioni amministrative. Anzi prego lei d’ajutarmi a convincere súbito di questo mio necessario rifiuto gli amici che hanno pensato a me. — Certo, certo, caro cavaliere. Ella lo sa: se le posso essere utile in qualche cosa.... — Poichè ella è così buono, mi ajuti anche in un’altra faccenda. Quando parlerà col sindaco d’oggi o col sindaco di domani, lo preghi di sollecitare il mio collocamento in pensione. Da due anni ho diritto alla pensione. — Stia tranquillo. Me ne occuperò súbito. Immagino quanto dolga al Comune privarsi d’un medico come lei, d’un uomo autorevole come lei.... Sentivo che egli si veniva rimettendo dal colpo

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