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mediazione che gli spettava e che egli riscuoteva súbito andava al marito se c’era o, se no, alla stessa donna, col patto che questa non disertasse prima di due o tre mesi. Dopo i tre mesi, la balia o fingeva d’ammalarsi, o chiedeva il triplo del salario, o addirittura fuggiva. Così con una sola balia Matteo poteva successivamente accontentare tre o quattro clienti e guadagnarsi molte centinaia di lire.

Smobilitato non s’occupava più di bimbi di militari chè i militari ormai sono poveri, per lo più; e la sua clientela era ormai tutta di ricchi. Un poco questa clientela la conoscevo anche io perchè spesso, nei casi più fortunati, Matteo mi portava a casa la balia perchè la visitassi e le rilasciassi il certificato medico. Io glielo davo gratis, perchè Matteo, quando non viaggiava pel suo traffico, lavorava nel mio casale, e bene e con ordine e con rispetto, se non della mia proprietà, della mia persona: me lo dovevo cioè tenere da conto. Nel presentare e vantare il suo soggetto era stupendo. La ajutava a spogliarsi, con una destrezza materna; ne lodava la salute, il colore, i capelli, i denti, le forme, la copia del latte, le parentele sanissime, risalendo anche al nonno o alla nonna. Nè davanti alla sua faccia ossuta e vizza con due fosse al posto delle gote, si poteva pensar male quando si dava a maneggiare così bravamente quelle carni giovani e sode. Tanto si sentiva insospettabile che non si peritava d’afferrare con le due mani gialle e nodose la mammella più turgida e di fartene sprizzare il

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