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caso come un sughero che resta si a galla ma è in balìa dell’onda.

Questo è però, se non sbaglio, ciò che lo fa un indice del tempo suo. E se una speranza ho ancóra per la sua salvezza, la pongo nel senso che egli cogli anni riacquisterà, anzi viene riacquistando, dei suoi comodi, o meglio della difesa dei suoi comodi. Ormai il borghese non è l’uomo che vive più agiatamente del prebellico proletario; ma è l’uomo che su quel poco che ancóra possiede o guadagna, sa risparmiare per assicurarsi, alla fine, col risparmio un minimo di sicurezza e comodità di vita, a modo e capriccio suo. I socialisti vogliono assicurarselo metodicamente, con la pensione di Stato. Ma Nestore era troppo intelligente perchè io non sperassi fin d’allora che cogli anni avrebbe capito essere lo Stato un’istituzione tutt’altro che paterna e sicura; e d’altra parte i suoi comodi, se giudico bene il suo agitato egoismo d’adesso, egli vorrà prepararseli a modo suo, con tutte le difese e l’abbondanza che l’esperienza gli avrà consigliate. Anzi posso dire che già.... No, non lo devo dire adesso per non togliere al mio racconto quell’interesse progressivo che o m’illudo o è l’arte del narrare. Ma io, caro e unico lettore avvenire, sono molto ingenuo in quest’arte, nè credo che potrò più farvi un progresso notevole. Non t’addormentare e perdonami. Nelle poche volte che Nestore venne a casa mentre a Torino s’applicava al socialismo e alla locomotiva, io gli chiedevo francamente: —

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