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308 AMSTERDAM.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Olanda.djvu{{padleft:320|3|0]]forniti di belle biblioteche, e di quasi tutti i grandi giornali d’Europa.

Sulle istituzioni di carità d’Amsterdam ci sarebbe da scrivere un libro. È noto quello che Luigi XIV, quando si disponeva ad invadere l’Olanda, disse a Carlo II d’Inghilterra: "Non abbiate timore per Amsterdam; io ho ferma speranza che la Provvidenza la salverà, non fosse che in considerazione della sua carità per i poveri." Là tutte le sventure umane trovano asilo e lavoro. Mirabile sopra tutti è l’ospizio degli orfani di cittadini amsterdamesi, che ebbe l’onore di ospitare quell’immortale Yan Speyk, il quale, nel 1831, sulle acque della Schelda, salvò l’onore della bandiera olandese col sacrifizio della sua vita. Questi orfani hanno un costume curiosissimo, metà rosso e metà nero, in modo che guardati di profilo, da una parte paion vestiti per una festa carnevalesca, dall’altra, per una cerimonia funebre; e questa bizzarra divisa è stata scelta perchè sian riconosciuti dai tavernai a cui è proibito di lasciarli entrare a far stravizi, e dagl’impiegati delle strade ferrate che non debbono lasciarli viaggiare senza il permesso dei direttori: la qual cosa, sia detto di volo, si sarebbe potuta ottenere con un vestimento meno ridicolo. Questi orfani bicolori si vedono per tutto, freschi, puliti e cortesi, che rallegrano il cuore. In tutte le feste pubbliche, occupano il primo posto; in tutte le cerimonie solenni si ode il loro canto; la prima pietra dei monumenti nazionali è posta dalle loro mani; e il popolo li ama e li onora.

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