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412 | IL ZUIDERZEE. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Olanda.djvu{{padleft:424|3|0]]e soavissima come il profilo d’un istmo infinitamente sottile. Poco prima di arrivare a Enckhuisen si vede la piccolissima isola d’Urk, che si crede formasse anticamente una sola isola con quella di Schokland, posta a breve distanza dalla foce dell’Yssel. Urk è ancora abitata, ed è l’isola prediletta dalle foche, che la notte svegliano gli abitanti russando; Schokland fu disertata pochi anni sono dagli isolani, che non la potevano più contendere al mare.
Il bastimento si arrestò ad Enckhuisen.
Enckhuisen è la più morta di tutte le città morte del Zuiderzee. Nel sedicesimo secolo conteneva quarantamila abitanti, mandava alla pesca dell’aringa centoquaranta bastimenti, protetti da venti vascelli da guerra, aveva un bellissimo porto, un grande arsenale, dei sontuosi edifizi. Ora il porto è ingombro di sabbia, la sua popolazione ridotta a cinquemila persone, una delle sue antiche porte è a un quarto d’ora di cammino dai primi edifici della città, le sue strade sono coperte d’erba, le sue case abbandonate e cadenti, i suoi abitanti poveri e sparuti. Non le rimane altra gloria che quella d’aver dato la vita a Paolo Potter. Il bastimento si fermò qualche minuto dinanzi a questa larva di città. Sul ponte di sbarco non c’era che qualche marinaio immobile, della città non si vedeva che qualche casa mezzo nascosta dalle dighe, e un alto campanile, che in quel momento sonava con note lente come i rintocchi dell’agonia, l'aria O Matilde, t'amo, è vero, del Guglielmo Tell. La riva era deserta, il