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di parlare di cosa che esce dalla giurisdizione della letteratura — ma che farò se tàciono tutti? Nel silenzio de' dotti è permesso, presumo, ad un ignorante di avventurar la sua voce, il suo aqua alle corde.
In ogni modo, se questo sunto o commento foss'anche spoglio di ogni valore scientìfico, avrà sempre quello di attirare lo sguardo degli uòmini competenti sovra un soggetto, per loro e per lo studio dell'umano cervello, interessantissimo. Non c'è libro, per quanto imperfetto, dal quale non si possa cavar qualche bene. Perfino dalle patate l'industria sa stillare lo spìrito.
E quanto poi a quella attualità di cui si accusasse mancante il presente lavoro, mi limiterò ad osservare che la follìa è il suo tema. E dirò con Voi — insigne LOMBROSO — qual tema più eternamente attuale della follìa?
Roma, 1º agosto 1883.
I.