< Pagina:Opere complete di Galileo Galilei XV.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

avvertimento 5

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Opere complete di Galileo Galilei XV.djvu{{padleft:23|3|0]]che fu pubblicata, varie furono le opinioni, come si può vedere in diverse opere divulgate in quel tempo. Ma quegli che a viso aperto contradisse al Manetti, e all’Accademia Fiorentina, che si era dichiarata per lui, fu il Vellutello lucchese, il quale, nel suo Dante commentato, e fatto pubblico nel 1544, si apre in questi sensi: Cristoforo Landino, solo di tutti costoro (de’ commentatori di Dante) intendendo come gli altri questa tal necessità, con l’aiuto (come egli stesso riferisce) di Antonio Manetti suo compatriota, che di tal cosa fece gran professione, s’ingegnò di volere intendere e manifestar questa verità, ma in vano, avendo il cieco preso per sua guida l’orbo. E Girolamo Benivieni, che in forma di dialogo scrisse particolar trattato della opinione che n’ebbe esso Manetti, nella quale e egli e tutti gli altri d’un’Accademia, che a quel tempo era in Firenze, concorsero in escusazione di esso Landino, dice, che quando egli scrisse di questa cosa, Antonio Manetti non era di quella ancor ben risoluto. Onde veggiamo che irresolutissimamente ne tratta, riferendosi a quelli che dopo lui sottilmente ne investigarono. Ma quanto lunge esso Benivieni con tutti gli altri della Accademia fossero dall’intenzione dell’Autore, chi leggerà esso suo, e il presente nostro trattato, leggermente lo comprenderà, perchè egli non cercò di seguitare l’Autore, e di provar per lui ciò che diceva, come ragionevolmente doveva fare, ma intese di voler esprimere quella impressione, che di questa cosa, co’ suoi Accademici insieme, s’aveva fabbricato nella mente, dove che la nostra ora s’estende solamente in voler discoprire questa occulta, e non per alcun altro dimostrata, nè, per quello che crediamo, ancora intesa verità».

Le stampe di questo commento fatte nel 64 e 68 mantennero viva la questione, e l’Accademia invendicata dalle ingiurie del Vellutello, finché a provvedere all’una e all’altra necessità si accinse Galileo, già salito, benchè allora assai giovane, in fama di valentissimo geometra; il quale colle due Lezioni in discorso

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.