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292 | poesie. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Opere complete di Galileo Galilei XV.djvu{{padleft:310|3|0]]
Lo stil dell’invenzione è molto vario;
Ma per trovar il bene i’ ho provato
21Ch’e’ bisogna proceder pel contrario.
Cerca del male, e l’hai bell’è trovato;
Però che il sommo bene e il sommo male
24S’appajan come i polli di mercato.
Quest’è una ricetta generale:
Chi vuol saper che cosa è l’astinenza,
27Trovi prima che cosa è il carnevale,
E ponga tra di lor la differenza;
E volendo conoscere i peccati,
30Guardi se il prete gli dà penitenza.
E se tu vuoi conoscer gli sciaurati,
Omacci tristi e senza discrezione,
33Basta che tu conosca i preti e i frati,
Che son tutti bontade e devozione;
E questa via ci fa toccare il fondo,
36E scioglie il nodo alla nostra quistione.
Io piglio un male a null’altro secondo,
Un mal che sia cagion degli altri mali,
39Il maggior mal che si ritrovi al mondo;
Il quale ognun che vede senza occhiali,
Che sia l’andar vestito tien per certo:
42Questo lo sanno insino agli animali,
Che vivono spogliati e allo scoperto;,
E sia pur l’aria calda o il tempo crudo,
45Non istan mai vestiti o al coperto.
Volgo poi l’argomento, e ti concludo,
E ti fo confessare al tuo dispetto,
48Che il sommo ben sarebbe andar ignudo.
È perchè vegghi che quel ch’io t’ho detto
È tutto vero e sta com’io ti dico,
51Al senso e alla ragion te ne rimetto.