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Dove allor si vedeva a un dipresso,
  Innanzi che venisser alle prese,
  87La proporzion tra l’uno e l’altro sesso.
Non si temeva allor del mal franzese,
  Però che stando ignudo alla campagna,
  90S’uno avea qualche male, era palese:
E s’una donna avea qualche magagna,
  La teneva coperta solamente
  93Con tre o quattro foglie di castagna.
Così non era gabbata la gente,
  Come si vede ch’ell’è gabbat’ora,
  96Se già l’uomo non è più che intendente.
Che tal par buona, veduta di fuora,
  Che se tu la ricerchi sotto il panno,
  99La trovi come il vaso di Pandora.
E così d’ogni frode e d’ogn’inganno
  Si vede chiaro che n’è sol cagione
  102L’andar vestito tutto quanto l’anno.
Un’altra e non minor maledizione
  Nasce tra noi di questa ria semenza,
  105Che tiene il mondo in gran confusïone:
Quest’è la maggioranza e preminenza
  Che vien da’ panni bianchi, oscuri e persi,
  108Che pongon tra i Cristian la differenza.
Questa pospone a’ monaci i conversi,
  Antepon l’oste a’ suoi lavoratori,
  111E dai padron fa i sudditi diversi.
Dove in que’ tempi non eran signori,
  Conti, marchesi o altri baccalari,
  114Nè anche poveracci o servidori.
Tutti quanti eran uomini ordinari,
  Ognun si stava ragionevolmente,
  117Eran tutti persone nostre pari;

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