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296 poesie.

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Non lo pensar; ch’io non son mica Ebreo,
  Sebbene e’ pare al nome ed al casato
  153Ch’io sia disceso da qualche Giudeo.
Io sto a veder se il mondo è spiritato,
  E s’egli è uscito del cervello affatto,
  156E s’egli è desto, o pure addormentato;
E s’egli è vero ch’un, che non sia matto,
  Non arrossisca che gli sia veduto
  159Un abito sì sconcio e contraffatto.
Io in quant’a me mi son ben risoluto,
  Ch’i’ non ne voglio intender più sonata;
  162Mi contento del mal ch’i’ n’ho già avuto.
E perchè non paresse alla brigata,
  Ch’i’ mi movessi senza occasïone,
  165Come fan quelli ch’han poca levata;
Io son contento dir la mia ragione,
  E che tu stesso la sentenza dia:
  168So che tu hai giudizio e discrizione.
La prima penitenza che ci sia,
  Guarda se per la prima ti par nulla,
  171È ch’io non posso fare i fatti mia,
Come sarebbe andare alla fanciulla;
  Ma mi tocca a restar fuor della porta,
  174Mentre che un altro in casa si trastulla.
Dicon ch’è grave errore, e troppo importa
  Ch’un dottor vadia a casa le puttane;
  177La togal gravità non lo comporta.
E il veder queste cose così strane
  Mi fa poi far qualch’altro peccataccio,
  180E bene spesso adoperar le mane.
Onde costor, che si pigliano impaccio
  Della mia salvazione e del mio bene,
  183Bravan e gridan ch’i’ non ne fo straccio.

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